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Online il webinar Smart Home Security

Online il webinar Smart Home Security

Gli oggetti che permettono di rendere le nostre case più confortevoli e “servizievoli”, di automatizzare compiti prima relegati agli umani, sono sempre di più, e vanno dalle lampadine che possono essere accese direttamente dallo smartphone, essere comandate con la voce o cambiare colore a seconda dell’umore del proprietario di casa, ai televisori trasformati in contenitori di App e sempre connessi alla rete, agli elettrodomestici che si comandano da distanza, alle porte dotate di smart lock, che sbloccano automaticamente la porta quando arrivate a casa e la bloccano di nuovo quando uscite. Per non parlare degli Assistenti, Google Home e Amazon Echo con Alexa in primis.

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Facebook Libra, timori per la privacy e non solo

Facebook Libra, timori per la privacy e non solo

Il progetto di Facebook per Libra di cui si parla molto in questi giorni, una cripto valuta con cui nascerà un’infrastruttura finanziaria globale completamente digitalizzata e distribuita, in grado di raggiungere miliardi di persone in tutto il mondo a cui fornire una moneta stabile, semplice da usare per inviare e ricevere denaro, esente da commissioni, disponibile su smartphone per fare acquisti online, sembra pensato per un successo planetario.

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Isaca: il cyber crime non è segnalato abbastanza

Isaca: il cyber crime non è segnalato abbastanza

La maggior parte dei team di sicurezza non segnala a sufficienza i crimini informatici subiti, anche quando sarebbe tenuta a farlo. Lo studio 2019 sullo stato della sicurezza informatica realizzato da Isaca, associazione globale per la cybersecurity, basato su interviste con 1.500 professionisti del settore in tutto il mondo, evidenzia un problema molto diffuso: solo un terzo dei leader della sicurezza ha fiducia nella capacità del proprio team di rilevare e rispondere alle minacce.

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Cyber, what’s Now and what’s Next

Cyber, what’s Now and what’s Next

I criminali informatici sanno dove e cosa cercare. Spesso (purtroppo) sono più attenti e con una maggior capacità di osservazione e approfondimento rispetto a chi dovrebbe arginarli. In particolare ci sono alcune aree di rischio per la sicurezza informatica che le imprese dovrebbero presidiare maggiormente, proprio perché oggetto di particolare attenzione da parte degli hacker: sono otto, e si tratta della tecnologia utilizzata in azienda, della Supply Chain, dell’IoT, delle Business Operations, dell’operatività dei dipendenti, delle operazioni M&A, della regolamentazione, e non ultima l’attività dei consigli di amministrazione.

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Cloud Security: la maggiore difficoltà è tenere il passo con il cambiamento

Cloud Security: la maggiore difficoltà è tenere il passo con il cambiamento

Le aziende continuano a incrementare il proprio ricorso al cloud computing per sfruttarne al massimo benefici come una maggiore efficienza, scalabilità, flessibilità e agilità. Questo trend comporta però uno spostamento del rischio di essere attaccati, tramite un ampliamento della superficie d’attacco, che ora comprende anche i nuovi ambienti e soprattutto vulnerabilità legate all’accesso degli utenti. Nonostante grandi cloud provider come Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure, Google Cloud Platform (GCP) stiano costantemente espandendo i servizi di sicurezza rivolti alla protezione delle proprie piattaforme, alla fine, tutta la responsabilità sulle misure e sui processi da mettere in piedi ricade sull’azienda cliente.

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Il 27 giugno è entrato in vigore il Cybersecurity Act

Il 27 giugno è entrato in vigore il Cybersecurity Act

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della UE, lo scorso 7 giugno, il “Cybersecurity Act”, Regolamento che espande l’applicazione di certificazioni, standard e processi di risposta agli attacchi informatici in tutta l’Unione. Formalmente è entrato in vigore il 27 giugno 2019 e sarà immediatamente recepito in tutti i Paesi senza bisogno di interventi legislativi (come è stato per il GDPR).

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L’importanza della velocità nella risposta al cyber crime

L’importanza della velocità nella risposta al cyber crime

Il 2018 è risultato essere un anno significativamente diverso rispetto al precedente con riferimento allo scenario del cyber crime. È positivo che non si siano ripetuti alcuni eventi di alto profilo osservati nel 2017, come WannaCry e NotPetya, ma nell’ultimo anno l’attenzione mediatica è stata catturata dalle accuse emesse dal Dipartimento di Giustizia americano (DoJ) nei confronti di individui riconducibili a gruppi di hacker state-sponsored. Quali sono le nuove tattiche, tecniche e procedure degli hacker emerse nell’ultimo anno? ne parliamo in questa intervista a Gian Marco Pizzuti, Regional Manager Italy, Greece, Malta & Cyprus di CrowdStrike.

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Human-centric cybersecurity, identificare i rischi legati al comportamento umano

Human-centric cybersecurity, identificare i rischi legati al comportamento umano

Tra l’80% e il 90% degli attacchi hanno successo per colpa di errori umani. In un mondo digitale sempre più difficile da controllare, caratterizzato dai trend della trasformazione digitale (Cloud, Mobile, IoT) e dall’enorme dispersione di ambienti e dati da proteggere, l’unica vera costante è che la maggiore vulnerabilità risiede nel punto in cui persone e dati si incontrano. Come risolvere il tema delle debolezze collegate al fattore umano, disegnando un Human-Centric Cybersecurity? ne parliamo in questa intervista con Luca Livrieri, Sales Engineer Manager Italy and Iberia, Office of the CSO, Forcepoint.

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Attacco ransomware alla città di Baltimora

Attacco ransomware alla città di Baltimora

Chi si fosse collegato in questi giorni al sito web della città di Baltimora, avrebbe visto il messaggio che riportiamo nella figura sopra: la città (o meglio, gli uffici dell’amministrazione pubblica cittadina) non è in grado in questo momento di ricevere o spedire mail. Prego, usate il telefono. Nelle pagine interne del portale cittadino si spiegano le ragioni dell’accaduto: un attacco cyber (il ransomware denominato non a caso “RobbinHood”) ha colpito i server lo scorso 7 maggio (la seconda volta in 14 mesi), bloccando sia i sistemi di posta elettronica, sia molti altri servizi rivolti ai cittadini. Per fortuna gli ospedali in questo caso non sono stati raggiunti dal malware, e anche i servizi di emergenza (911 e 311) hanno continuato a funzionare.

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