Cresce il rischio cyber nel mondo Finance

Cresce il rischio cyber nel mondo Finance

Cresce il rischio cyber nel mondo Finance

Il ricorso al Digitale nel mondo Finance è sempre stato ampio e diversificato, e questo da un lato ha portato a grandi vantaggi, a una riduzione dei costi e contestualmente a nuove opportunità di business e di relazione con i clienti per banche e assicurazioni. Dall’altro lato, però, ha reso il settore finanziario molto esposto ai rischi di cybersecurity, rendendolo potenzialmente vulnerabile ad attacchi massivi, oltre che oggetto di frodi e attacchi mirati molto sofisticati da parte del cyber crime organizzato.

Come ha spiegato Riccardo Croce, Commissario Capo del Servizio di Polizia Postale e Dirigente della sezione Financial Cybercrime della Polizia di Stato (nel corso del Workshop online “Cybersecurity in Financial Services” dello scorso 25 ottobre 2020), considerando tutto lo scenario delle minacce cyber, in questo momento la matrice criminale è quella maggioritaria, con la maggior parte delle azioni sono motivate da scopi di profitto economico.

La Polizia Postale italiana ha osservato infatti che negli ultimi mesi il livello di allerta dietro le minacce cyber è molto cresciuto. A fronte di un numero massivo e in continua espansione di attacchi, alcune grandi ondate sono riconducibili a poche organizzazioni criminali. Le statistiche dell’ultimo periodo sono molto allarmanti: per ransomware, attacchi DDoS, Phishing e attacchi APT il trend è quello di incrementi a 3 cifre.

Considerando gli attacchi alle infrastrutture strategiche nazionali, registriamo un duplice scopo criminale – ha commentato Riccardo Croce – da un lato i tentativi di danneggiamento delle infrastrutture, a scopo estorsivo, dall’altro lato gli attacchi volti all’esfiltrazione di dati, che come sappiamo sono elemento pregiato per le organizzazioni criminali, che possono rivenderli sui circuiti illegali dei darkmarket”.

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Se negli attacchi diretti contro l’integrità dell’infrastruttura troviamo DDoS, APT e soprattutto ransomware, tutta la seconda parte vede varie tipologie di attacchi phishing related, per l’inoculazione di virus o l’assunzione di controllo da remoto, la disabilitazione di firewall, l’indirizzamento delle persone su siti clone al fine di rubare credenziali e accedere così a dati riservati.

La Polizia Postale italiana ha registrato, come altri operatori attivi in ambito Threat Intelligence, un incremento notevole degli attacchi “a tema covid” tra febbraio e aprile 2020 – campagne di intrusioni illecite in grado anche di paralizzare le attività di centri sanitari a scopo di estorsione. Parlando poi dell’attività di monitoraggio svolta dal CNAIPIC sulle infrastrutture critiche del Paese, sono state individuate nel periodo 58 minacce gravi, e di queste il ransomware ha continuato a rappresentare la voce preponderante, seguita da furto di credenziali, phishing, malware, siti compromessi e attacchi DDoS.

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Quali soluzioni si offrono per la risposta a queste minacce? “In Italia disponiamo di un ampio sistema di risposta cyber, in risposta alla Direttiva NIS e in seguito alla definizione del Perimetro Nazionale di sicurezza cibernetica – ha detto Riccardo Croce – In particolare la Polizia Postale ha deciso di avvalersi di convenzioni formalizzate con i gestori le infrastrutture critiche (tra queste anche le Banche, le maggiori sono già collegate), oltre che anche a livello territoriale, con PMI e PA locali, in modo da arrivare a un livello precoce di allerta e infosharing. Perché nel nostro settore agire con tempestività fa la differenza”.

La collaborazione e lo scambio di conoscenze quotidiano e diretto tra esperti ha lo scopo di prevenire gli attacchi, tramite una maggiore consapevolezza condivisa sulle minacce in atto. Parlando di frodi, secondo la Polizia Postale nell’ultimo periodo oltre a quelle tipiche, come phishing e BEC/CEO fraud, sono aumentate le frodi e-commerce, soprattutto quelle collegate alla messa in vendita illegale di beni e servizi fasulli di contrasto dell’epidemia in atto.

In aggiunta al Phishing – ha detto Riccardo Croce – termine generico che indentifica condotte illecite caratterizzate dall’induzione in errore mediante l’invio di comunicazioni adescatorie, oggi osserviamo un deciso aumento di Smishing, ossia l’invio di SMS con link malevoli, in combinazione con Vishing, chiamate vocali che, attraverso tecnologia VoIP (Voice over IP), simulano numeri telefonici di interlocutori affidabili.

È questa l’ondata criminale del momento: prima ricevo un SMS che sembra arrivare dal mio istituto bancario, e mi segnala che sarò contattato per una particolare esigenza o disfunzione. Poi segue una telefonata a scopo fraudolento, che ancora una volta (sia per i contenuti sia per il mittente) simula l’arrivo di una telefonata da un reale servizio clienti, o reale funzionario, della mia banca”.

Gli attacchi Smishing/Vishing mostrano ancora una volta la capacità del cyber crime di modificare velocemente le proprie tecniche e di prendere quindi alla sprovvista gli utenti. L’SMS che arriva dalla Banca e quindi viene visualizzato sul cellulare nella lista di tutti quelli precedenti per molti risulta credibile. Con un livello di attenzione bassa, molti utenti saranno quindi indotti a cliccare sul Link contenuto nel messaggio: i passaggi successivi sono quelli tristemente noti. I criminali accedono a ulteriori dati personali e nelle fasi successive, anche grazie alla telefonata che pure arriva dallo stesso numero del call center bancario, danno alle persone tutte le istruzioni (ad esempio la disinstallazione dell’app bancaria su cui arrivano i token che autorizzano le transazioni) per prendere pieno possesso del loro conto bancario, e procedere quindi a svuotarlo.

Anche con riferimento alla classica frode BEC/CEO Fraud, durante il solo periodo Covid Polizia Postale ha contato frodi totali per 25 milioni di euro con 28 aziende colpite: la buona notizia però è che proprio grazie a una rete internazionale che è stata ora messa in piedi, oltre che alla tempestività nella risposta, 14 milioni di euro sono stati recuperati.

In conclusione, sono 3 gli aspetti fondamentali che rendono i sistemi a cui ci affidiamo estremamente vulnerabili:

  • un fattore tecnico, che fa sì che i dati siano estremamente volatili, che possano quindi disperdersi molto facilmente;
  • il fattore tempo, per cui un reato si consuma in pochi istanti, mentre i tempi del contrasto, in qualunque forma esso sia, sono necessariamente molto più lunghi;
  • il fattore legato alla onnipresente trans-nazionalità del cyber crime e di conseguenza, della necessità di armonizzare le norme di riferimento a livello globale.

Nel frattempo, però le aziende hanno la possibilità di organizzarsi per la difesa, e il settore Finance, che rappresenta una parte importante delle infrastrutture critiche a livello Paese, collaborazione, capacità di risposta, reti internazionali, già oggi fanno la differenza.

A CURA DI:

Elena Vaciago

@evaciago