Sicurezza stabile al primo posto nelle sfide per il cloud

Sicurezza stabile al primo posto nelle sfide per il cloud

Sicurezza stabile al primo posto nelle sfide per il cloud

L’adozione del cloud è cresciuta rapidamente nell’ultimo anno a causa della pandemia da Covid19. Secondo il decimo report annuale di Flexera (2021 State of the Cloud Report), i percorsi verso il cloud sono diventati ancora più intensi nell’ultimo anno.

L’indagine, che riporta in dettaglio tutto quanto riguarda le decisioni prese per il cloud – dall’allocazione degli investimenti all’organizzazione interna, al disegno di una strategia complessiva di migrazione e gestione dei costi -, anche quest’anno mette al primo posto la sicurezza tra le sfide più importanti.

cloud report

La sicurezza è infatti indicata come il tema più critico nel passaggio al cloud (81% dei rispondenti), seguita dalla gestione dei costi del cloud (79%), un aspetto che comincia adesso a preoccupare molti IT manager, e da aspetti di governance del cloud (75%), mancanza di competenze (75%) e compliance (75%).
La ricerca ha preso in considerazione le opinioni di 670 decision maker globali sugli aspetti cloud, e ha indagato l’adozione di servizi di cloud pubblico, privato e di multi-cloud. Condotta tra ottobre e novembre 2020, riflette i cambiamenti avvenuti lo scorso anno come conseguenza della pandemia da Covid19, e apre nuovi scenari su quelli che sono i trend del Cloud Journey nei diversi paesi e mercati.
Anche prendendo in considerazione imprese di diversa dimensione, o di maggiore o minore maturità nel percorso verso il cloud computing, l’indagine mette in luce che il tema della sicurezza rimane sempre al primo posto come sfida più importante da risolvere.
Una possibile spiegazione di questo fatto è che – per quanto le condizioni legate alla singola organizzazione possano essere diverse – la sicurezza è un target in continuo movimento, molto difficile da raggiungere. Da un lato, gli hacker fanno evolvere le proprie tecniche in continuazione, e cambiano i target dei propri attacchi rivolgendosi sempre di più ai nuovi ambienti cloud via via che questi diventano popolari. Dall’altro lato, sono le stesse aziende a posizionare sempre più spesso in cloud dati critici del business, come mostra la figura successiva. Infine, la stessa compliance è in evoluzione su questi temi: arrivano di continuo nuove norme che richiedono una maggiore attenzione su un utilizzo confacente e sulla riduzione dei rischi associati al cloud.

Le aziende spostano sempre più i dati sensibili in cloud

Se fino a qualche anno fa, tutti esitavano prima di portare in cloud dati critici del business, oggi la situazione sta cambiando rapidamente. E in questo senso la pandemia – e il successivo massiccio ricorso al remoto working – non ha fatto altro che accelerare le cose.
La ricerca 2021 ha messo in evidenza quest’anno che oltre la metà dei rispondenti sta pensando di spostare in cloud almeno una parte dei dati sensibili riguardanti i clienti, o dati finanziari: un passaggio che da un lato è conseguenza di una maggiore fiducia accordata ai cloud provider per quanto riguarda le misure di sicurezza, dall’altro lato segue esigenze di praticità ed efficacia nel data management dell’azienda. Fatto sta che la soluzione prevalente scelta per l’archiviazione di dati dei clienti è ora un mix di on prem e cloud (34%), con un ulteriore 26% che afferma di posizionarli in prevalenza o soltanto nel cloud. Un andamento simile è riscontrato anche per le informazioni legate a ordini e vendite, mentre per i dati finanziari corporate la scelta prevalente è ancora l’on prem.

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Oggi ogni azienda utilizza almeno un servizio cloud

Siamo arrivati oramai alla situazione in cui, considerando le grandi aziende a livello globale, il 99% utilizza almeno un servizio cloud pubblico o privato. Nello specifico, il 97% utilizza il cloud pubblico e l’80% ha almeno una cloud privata. La soluzione di cloud ibrida (mix di cloud pubblico e privato) è appannaggio invece di un 78%.
In sostanza, l’approccio multi-cloud sta diventando quello prevalente: in media, le aziende utilizzano
• 2,6 cloud pubbliche e 2,7 cloud private
e sono in via di test e sperimentazione
• 1,1 cloud pubbliche e 2,2 cloud private.

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L’adozione del cloud pubblico continua ad accelerare

Un utilizzo sempre più esteso del cloud pubblico sta facendo esplodere la spesa delle aziende per questi servizi, soprattutto nelle organizzazioni più grandi. Oggi almeno la metà dei workload è già in cloud pubblico, secondo i responsabili IT intervistati. Nei prossimi 12 mesi, si aggiungerà un ulteriore 7% a questo numero, a dimostrazione che la crescita non si ferma. Con riferimento ai dati, la stima è di un 47% dei dati in public cloud già oggi, in prospettiva con un incremento dell’8% nei prossimi 12 mesi.

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I public cloud provider preferiti dalle aziende

La classifica vede nel 2021, come anche negli anni precedenti, il cloud di AWS al primo posto, seguito da Microsoft Azure and Google Cloud. Per ogni cloud provider, i rispondenti hanno indicato se stanno già utilizzando il cloud provider per un numero significativo di workload; se per solo alcuni workload; se in via di test o ancora se pianificato.
Si osserva inoltre dalle risposte che le percentuali di “previsione d’uso” sono più elevate per Google, Oracle, IBM, che riescono così a recuperare alcune posizioni in classifica. In particolare, la distanza tra AWS, Azure e Google si starebbe riducendo considerando anche i nuovi utilizzi previsti.cloud report

Accedi al Report “Flexera 2021 State of the Cloud Report”.