Lo scorso 2 dicembre, in occasione dell’evento SOVRANITÀ DIGITALE E CYBERSECURITY di TIG, Alessia Valentini, Advisory Board Member dell’Osservatorio sulla Sicurezza Nazionale (OSSN) di Unipegaso, ha presentato un’analisi approfondita della sicurezza europea e del ruolo della NATO in un contesto geopolitico in rapida trasformazione.
Lo studio si concentra in particolare sull’orizzonte temporale 2030-2040, periodo cruciale che determinerà la capacità dell’Unione Europea di sviluppare una difesa autonoma e una deterrenza credibile. Utilizzando una metodologia che combina Scenario Planning e Analisi di Impatto Incrociato, il testo delinea quattro scenari possibili per la sicurezza europea, che variano a seconda dell’impegno degli Stati Uniti.
- Il primo scenario, quello del partenariato rinnovato, rappresenta la continuità con l’assetto attuale, ma in un contesto in cui gli Stati Uniti pretendono una maggiore assunzione di responsabilità da parte degli europei. L’Alleanza atlantica continua a garantire deterrenza e sicurezza collettiva, ma solo se gli Stati europei sapranno colmare il divario tecnologico e industriale che ancora li separa da Washington.
- Il secondo scenario, “Europa alla deriva”, si configura come un ritiro progressivo dell’impegno americano, che obbliga l’UE a cercare un’autonomia strategica accelerata, ma in condizioni di debolezza strutturale e di frammentazione politica. Le difficoltà di governance europea rischiano di rallentare questo percorso, mentre le pressioni esterne aumentano.
- Il terzo scenario, l’“Alleanza paralizzata”, descrive un contesto in cui gli USA pur non ritirandosi, ostruiscono la NATO, riducendone la credibilità e alimentando divisioni. Questo scenario è forse il più insidioso, perché crea incertezza permanente e ostacola la capacità europea di agire.
- Infine, il quarto scenario, “Europa frammentata”, ipotizza uno shock esterno estremo – che può essere una crisi militare, economica o energetica – capace di minare la coesione interna dell’Unione e ridurre drasticamente la sua capacità di influenza. In tale contesto, la sicurezza europea sarebbe affidata a iniziative nazionali disordinate, prive di coordinamento, con conseguenze gravi per la stabilità del continente.
L’analisi sottolinea l’importanza della sovranità tecnologica (senza il controllo delle tecnologie critiche – dallo spazio al cyber, dall’intelligenza artificiale alla computazione quantistica – l’Europa resterà dipendente e vulnerabile) e di un coordinamento della spesa per la difesa, suggerendo infine cinque direttrici strategiche specifiche affinché l’Italia si posizioni come attore centrale nella costruzione di una difesa europea sostenibile e credibile, in particolare attraverso la cooperazione mediterranea.
Scarica qui l’Executive Summary dello studio OSSN.