Infowar, l’informazione come arma di guerra

Infowar, l’informazione come arma di guerra

Infowar, l’informazione come arma di guerra

Riportiamo l’intervista di Ezio Viola, co-Founder The Innovation Group, a Marta Ottaviani, giornalista specializzata su Turchia e Russia, avvenuta durante il “CYBERSECURITY SUMMIT 2023” di The Innovation Group lo scorso 9 marzo 2023 a Milano.

Ezio Viola. Cosa si intende per Infowar e che cosa implica?

Marta Ottaviani. La domanda è importante perché dall’inizio della guerra in Ucraina siamo ovviamente tutti focalizzati su quello che sta succedendo sul campo, ma c’è una guerra parallela che si sta combattendo grazie alle nuove tecnologie sul web ed è una guerra che non si vincerà e non si perderà mai completamente. Questo perché la guerra non lineare russa è sempre operativa, è una guerra continua. Domani il conflitto militare in Ucraina finirà, ma poi ci saranno altri motivi e altri temi con i quali la Russia cercherà di manipolare l’opinione pubblica, non solo italiana, anche quella di altri Paesi.

Noi italiani ci siamo fatti trovare molto impreparati perché di esempi di popoli dove la Russia aveva provato a condurre, anche con abbastanza successo, questa operazione di Infowar ce ne sono stati parecchi. Pensiamo solo al referendum sulla Brexit e, in particolare, a un’informativa del Parlamento in cui si sottolineava come i Servizi Segreti avessero sottovalutato gli attacchi hacker e gli sciami di troll che avevano operato durante il periodo della Brexit (ovviamente facendo campagna sciaguratamente per il leave). La guerra non lineare russa, prima di tutto, non è una novità; la Russia ha strutturato e pensato questa guerra fin dall’epoca sovietica, quando si era resa conto che non avrebbe avuto più a disposizione il budget che l’Unione Sovietica destinava all’industria di difesa, e soprattutto si rendeva conto che era sempre un passo indietro rispetto agli americani (che per la Russia sono una vera e propria ossessione, se non addirittura un peccato originale).

Se ascoltiamo oggi le dichiarazioni del presidente Putin, che sono anche quelle un’arma di guerra non lineare, notiamo che hanno lo scopo di riportare quella parte di audience più sensibile all’argomento al mondo di ieri. Il paradosso di questa guerra è proprio questo: è una guerra dove si decide il mondo di domani ma con metodi estremamente vecchi da parte dei russi, soprattutto dal punto di vista militare.

La guerra non lineare si compone sostanzialmente di quattro direttrici, anche se, quando entra in gioco la quarta non si chiama più guerra non lineare, ma guerra ibrida. Il primo tassello è quello che riguarda gli attacchi informatici che possono avvenire non solo nei confronti di siti di istituzioni, ma anche nei confronti delle aziende. Questa tipologia di attacchi ha fatto la sua comparsa per la prima volta in Estonia nel 2007; pensate che nel 2007 in Estonia fu bloccato praticamente tutto, dalle banche, ai quotidiani, ai singoli computer di casa.

Con il tempo, la Russia ha iniziato ad applicare questa guerra non lineare a un numero sempre più importante di Paesi. Il vero turning point per noi è stato il 2013, quando la seconda direttrice della guerra non lineare russa, ossia la disinformazione sui social, ha fatto un upgrade e ha iniziato a diffondere fake news non solo in russo, ma anche in tutte le altre lingue (con precedenza, chiaramente, all’inglese e alle lingue dei Paesi dell’ex blocco sovietico o dell’ex blocco di Varsavia). Infatti, la strategia di Mosca era di colpire prima gli Stati Uniti e la Gran Bretagna e in contemporanea i Paesi che Mosca ritiene ancora orbitanti nel suo cerchio. Poi, in terzo luogo, l’Europa. Quindi il secondo aspetto della guerra non lineare sono gli sciami di disinformazione sui social e il terzo è un sistema di softpower che parte dai Think Tank. Tutti i Paesi hanno Think Tank politicamente orientanti, però un conto è avere Think Tank che hanno delle simpatie e un conto è avere dei Think Tank che sono sostanzialmente alle dipendenze della narrazione del Cremlino e che, soprattutto, producono documenti che non hanno valore scientifico. Il problema è proprio questo: spesso vengono prodotti documenti, anche da esperti che provengono da università assolutamente rispettabilissime, caratterizzati da un valore accademico scadentissimo. Questi documenti scadenti vanno a inquinare un dibattito accademico che invece dovrebbe essere di tutt’altro livello. Il quarto aspetto della guerra non lineare è l’utilizzo di truppe non regolari ed è così che la Russia ha conquistato la Crimea nel 2014.

Marta Ottaviani

 

La guerra in Crimea è l’esempio di un’operazione di guerra non lineare ibrida perfetta, in quanto la Russia ha sostanzialmente conquistato una regione strategica senza sparare un colpo e con l’impiego minimo di soldati; era inoltre stata progettata come, teoricamente, avrebbe dovuto essere la guerra in Ucraina. Poi, per decisione di Putin e di un ristretto novero di persone all’interno del Cremlino, si è optato per l’operazione militare speciale, grazie alla quale avrebbero dovuto prendere Kiev in tre settimane – ma si è visto poi come è finita.

Perché ci interessa la guerra non lineare? perché purtroppo è il nuovo modo con cui si farà la guerra negli anni a venire. Adesso abbiamo sotto gli occhi questa guerra che è una carneficina, una tragedia, però è una specie di caso particolare soprattutto per le potenze che si affacciano al nuovo ordine mondiale multilaterale, come la Cina o l’India. Queste potenze hanno capito che è molto più importante acquisire i dati delle persone, che sono il vero e proprio petrolio del futuro, e soprattutto poter influenzare a loro favore le coscienze e la mente dei Paesi dove ci sono delle democrazie evolute. Purtroppo, quello che per noi è un valore irrinunciabile, ossia la libertà di espressione, per loro è un ventre molle dove colpire.

 

Ezio Viola. Perché l’Italia si è trovata impreparata?

Marta Ottaviani. Siamo impreparati perché abbiamo visto tutti cosa è successo nel 2016, negli Stati Uniti, con le elezioni americane: le manipolazioni sui social hanno evidentemente avvantaggiato Donald Trump. C’è anche stato un altro warning nel 2014 da parte dell’Ucraina. L’Ucraina affermava di aver subìto attacchi hacker e che la Russia continuava a fare controinformazione sui social, a far passare solo la sua versione dei fatti. Questo è molto pericoloso, perché rischia di ingannare non solo il cittadino comune, ma anche un giornalista che si occupa di esteri come me. Ora si parla della guerra tra Russia e Ucraina, ma la guerra non lineare si applica a tutto, anche ai grandi temi di attualità. Ne cito uno per tutti: i vaccini.

 

Ezio Viola. Cosa dobbiamo fare e cosa stiamo facendo per prepararci?

Marta Ottaviani. Soprattutto a livello Europeo e a livello NATO c’è un coordinamento crescente in questo senso. Come singoli dobbiamo anzitutto imparare a capire che questa guerra esiste, questa Infowar, come la chiamano i russi, esiste. Dobbiamo cercare di informarci cum grano salis selezionando attentamente le nostre fonti, e tenere sempre bene a mente che la moltiplicazione di fonti purtroppo non è direttamente proporzionale alla qualità delle informazioni. Ma, soprattutto, dobbiamo, a mio parere, essere più educati dal punto di vista digitale a tutti i livelli.

 

Ezio Viola. Le piattaforme potrebbero fare qualcosa in più?

Marta Ottaviani. Le piattaforme devono fare qualcosa in più. Io l’altro giorno ho inviato a Twitter una segnalazione per i tweet dell’ambasciata russa, particolarmente attiva nel nostro Paese. L’account è una fucina di fake news praticamente H24, così ho mandato una segnalazione a Twitter dicendo “guardate che questa è una fake news, c’è dell’incitazione all’odio” e loro mi hanno risposto “Cara Marta non notiamo nulla che violi le nostre regole della community”. Non ci siamo sicuramente.

 

Ezio Viola. Che cos’è la dottrina Gerasimov?

Marta Ottaviani. La dottrina Gerasimov non esiste perché è un nome che, come spiego nel libro*, gli ha dato Mark Galeotti, che è un grandissimo studioso di Russia e di Unione Sovietica. È la dottrina dell’approccio olistico al danno, quindi, colpire il nemico da più parti senza che esso se ne accorga, per poi procedere con le quattro direttrici di cui parlavo prima.

 

 

Guarda il Video dell’intervista:

 

 

Marta Ottaviani, giornalista specializzata su Turchia e Russia, sarà tra gli Speaker del CYBERSECURITY SUMMIT 2023 il prossimo 11 maggio a Roma.

 

 

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(* “BRIGATE RUSSE, La guerra occulta del Cremlino tra troll e hacker”, di Marta Ottaviani. La versione aggiornata è ora in ristampa con Bompiani e uscirà a fine aprile/inizio maggio).