Il difficile lavoro del Chief Information Security Officer – Parte 2
Il difficile lavoro del Chief Information Security Officer – Parte 1
Uno dei tanti aforismi, che riguardano la cybersecurity e le sempre più frequenti violazioni e furti di dati, recita: “oggi non è importante stabilire se la nostra Azienda è sotto attacco: ciò che importa sapere è se ce ne siamo già accorti (ed in che modo ce ne siamo accorti!)”. In queste parole è racchiuso il difficile compito riservato ai Chief Information Security Officer (CISO) che oggi occupano uno dei posti più scomodi tra quelli occupati dai vari manager: un data breach può costare il licenziamento se si lavora in un’azienda USA!
A partire dall’anno accademico 2015/2016, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre e con il patrocinio del Garante per la protezione dei dati personali, è istituito il Master di II livello in “Responsabile della protezione dei dati personali: Data protection officer e privacy expert”.
Le tecniche dei criminali informatici sono sempre più sofisticate e consentono loro di insinuarsi indisturbati nelle reti, eludendo le contromisure di sicurezza. Le principali innovazioni nelle tecniche di attacco sono presentate nel Report Semestrale 2015 sulla Sicurezza redatto dai ricercatori Cisco.
Norma ISO 22301:2012 e BCI good practice guidelines
A cura di: Gianna Detoni, BCI Italian Forum Leader e Presidente di Panta Ray
Quando si parla di gestione del rischio cyber si tende troppo spesso a concentrarsi su soluzioni tecniche piuttosto complesse che, per quanto di fondamentale importanza, spesso si rivelano inutili in assenza di una cultura aziendale improntata sulla prevenzione.