Per il terzo anno consecutivo, anche nel 2019 i rischi di furto di dati e di attacchi cyber su scala globale sono indicati tra i primi 5 rischi globali, in termini di probabilità di accadimento, nel Global Risks Report 2019 del World Economic Forum. L’analisi, arrivata alla sua quattordicesima edizione, riporta i risultati di una survey annuale (Global Risks Perceptions Survey) condotta su una community multistakeholder composta da circa 1.000 partecipanti, che valutano, sulla base delle proprie percezioni, i principali rischi globali in termini di probabilità di accadimento e impatto.
I rischi tecnologici sono quest’anno al secondo posto, subito sotto quelli ambientali: secondo l’analisi infatti, le condizioni climatiche estreme, il fallimento degli accordi per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e i disastri naturali dominano la classifica. Subito a seguire però i rischi legati alla Trasformazione Digitale: la tecnologia continua infatti a giocare un ruolo di primo piano nel panorama dei rischi globali.
Le preoccupazioni in merito a frodi e attacchi informatici emergono nuovamente con il GRPS2019, che in più evidenzia ulteriori vulnerabilità tecnologiche: circa due terzi degli intervistati si aspettano infatti che i rischi associati a fake news e furti di identità aumenteranno nel 2019, mentre i tre quinti teme problemi di privacy per aziende e governi.
Il 2018 è stato l’anno di violazioni di dati senza precedenti, oltre che di nuovi bug dell’hardware: in più sono emersi possibili utilizzi malevoli dell’intelligenza artificiale, usata per progettare più potenti attacchi informatici. In aggiunta, nel 2018 è stato confermato che gli attacchi informatici possono essere un serio rischio per le infrastrutture critiche, e questo dovrebbe spingere i vari Paesi a rafforzare partenariati transfrontalieri nel perseguire gli obiettivi di sicurezza nazionale.
Purtroppo, il report WEF di quest’anno sottolinea che la collaborazione tra i diversi Paesi contro i rischi globali è in di diminuzione: il mondo di oggi sta vivendo una fase di chiusure e prevalenza degli interessi nazionali, un trend che proseguirà ancora nei prossimi anni e non presagisce niente di buono in termini di risposta comune ai rischi che riguardano tutti.
Sul fronte tecnologico, i principali trend che vengono messi in luce nel report, e che possono nel lungo periodo rappresentare un problema, contribuendo ad amplificare altri rischi, sono:
- In generale, una crescita della “cyber dependency”, della dipendenza delle nazioni, delle organizzazioni e dei singoli individui dalla tecnologia digitale, dovuta a una sempre più ampia interconnessione, tra persone, oggetti ed entità varie, e digitalizzazione di molteplici aspetti legati alla vita quotidiana e al lavoro.
- La possibilità di una “crisi informatica” che riguardi infrastrutture o reti digitali, con effetti di larga scala su persone ed economie.
- La possibilità di attacchi cyber su larga scala, in grado di causare danni economici, tensioni geopolitiche, e in generale una perdita di fiducia nell’uso della rete.
- Perdite / furti massivi di grandi quantità di dati, realizzati a livelli mai raggiunti prima.
- Conseguenze negative non previste e possibili danni economici da nuovi sviluppi tecnologici, da intelligenza artificiale, o tecniche di bio-ingegneria.
In conclusione, come dichiara nell’Introduzione al report Børge Brende, Presidente del World Economic Forum: “Quest’anno il Global Risks Report mette in luce che, da un lato, viviamo in un’era senza precedenti in termini di risorse disponibili e progresso tecnologico, ma per troppe persone, è oggi anche un’epoca caratterizzata da molta insicurezza. Il mondo è di fronte a un numero crescente di complessità e di sfide interconnesse, dal rallentamento della crescita globale alla persistente disuguaglianza economica, al cambiamento del clima, alle tensioni geopolitiche e all’accelerazione della Quarta Rivoluzione industriale. Se si agisce isolati, si tratta di sfide scoraggianti; dovendole affrontare simultaneamente, è possibile contrastarle solo se si lavora insieme. Non c’è mai stato un tale pressante bisogno di collaborazione ed approcci multi-stakeholder a problemi condivisi a livello globale.
Si dovrebbe quindi pensare a un nuovo modo di fare globalizzazione che risponda a questa domanda di maggiore sicurezza. Sicuramente, in molti ambiti andrebbero raddoppiati gli sforzi internazionali per collaborare ed individuare soluzioni comuni su una serie di questioni: tecnologia e cambiamento climatico, commercio, tassazione, migrazione e umanitarismo. Per altre questioni, il WEF raccompanda invece un rinnovato impegno a livello nazionale, ad esempio in tema di disuguaglianze, o nel rafforzare le protezioni sociali e i legami nelle comunità. La nostra analisi mostra quanto siano alte le poste in gioco, e la mia speranza è che il Report di quest’anno contribuisca a dare slancio all’azione”.
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A cura di:
Elena Vaciago, The Innovation Group