Identità Digitale e stato dell’arte dello SPID

Identità Digitale e stato dell’arte dello SPID

Identità Digitale e stato dell’arte dello SPID

Sullo stato dell’arte del DPCM per il Sistema Pubblico per l’Identità Digitale di cittadini ed imprese, abbiamo intervistato il Prof. Antonio Lioy, professore Ordinario di Sistemi di Elaborazione presso il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino e membro del comitato tecnico presso la Comunità Europea per l’implementazione di eIDAS, il Regolamento Europeo per l’identità digitale e la firma elettronica.

Qual è il Suo giudizio complessivo sullo SPID?

SPID rappresenta un deciso passo in avanti, sia di carattere organizzativo che tecnologico, nella gestione dell’identità digitale di cittadini ed imprese in ambito nazionale. La tecnologia precedente, basata sull’utilizzo di smart card come la Carta Nazionale dei Servizi, era di difficile utilizzo, perché richiedeva passi di configurazione diversi e comunque complessi a seconda dei sistemi cui era collegato il lettore della smart card, ed era a rischio di rapida obsolescenza, per la dipendenza da una tecnologia già oggi superata ad esempio dalla diffusione di sistemi basati su smartphone. SPID invece svincola la modalità con cui avviene il processo di accreditamento ed il successivo riconoscimento della propria identità digitale dal sistema usato, permettendoci di operare su dispositivi diversi, fissi e mobili. SPID inoltre è già conforme allo stato dell’arte delle direttive europee eIDAS, in corso di approvazione, assicurando i LOA (Level Of Assurance) ed i livelli di interoperabilità attualmente richiesti.

Il fatto infine di identificare e attribuire un ruolo preciso a tutti gli attori che contribuiscono al processo di gestione dell’identità digitale testimonia il fatto di aver disegnato una architettura moderna ed in linea con le richieste del mercato. Da questo punto di vista è stato davvero importante l’individuazione del ruolo centrale dei “Qualified Attribute Provider” che contribuiscono ad arricchire il profilo identificativo anagrafico, garantito dagli “Identity Provider”, con tutte le informazioni che caratterizzano il profilo socio-economico della persona o dell’impresa che si sta facendo riconoscere per richiedere o fornire un servizio qualificato.

Figura 1: Aspetti architetturali di eIDAS

 

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A questo proposito, come si configura e quanto è valido il modello di business proposto da SPID?

Richiamando il ruolo dei vari attori, vediamo il loro contributo, in termini di valore, al modello proposto da SPID.

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