Si torna a parlare di controllo dei lavoratori con strumenti informatici perché l’Authority italiana si è espressa nuovamente contro una raccolta indiscriminata di dati personali, nonostante le modifiche apportate in materia dal Jobs Act.
Nell’approfondimento dell’Avvocato Valentina Frediani “Tecnocontrollo dei dipendenti, quando il Garante dice no” su Punto Informatico dello scorso 29 settembre, si commenta un recente provvedimento del Garante Privacy italiano nel caso di un Ateneo che monitorava le attività dei lavoratori con tracciamento degli indirizzi IP e dei MAC Address. Attività che secondo l’istituto sarebbe avvenuta “ saltuariamente, e solo in caso di rilevamento di software maligno e di violazioni del diritto d’autore o di indagini della magistratura”. Ma secondo il Garante il MAC Address sarebbe a tutti gli effetti un dato personale (in quanto codice univoco associato dal produttore a ogni scheda di rete ethernet o wireless prodotta al mondo, e come tale adatto a risalire all’identità del suo utilizzatore), inoltre l’Ateneo non avrebbe comunicato agli utenti un’appropriata informativa sulle attività di controllo svolte.
Consulta l’analisi dell’Avv. Valentina Frediani su Punto Informatico.
Precedenti articoli sul tema:
JOBS ACT, TRACCIABILITÀ E NUOVE TECNOLOGIE, 15 dicembre 2015
JOBS ACT E CONTROLLO DEI LAVORATORI, COSA È CAMBIATO, 12 aprile 2016