L’edizione di dicembre del Security Intelligence Report di Symantec riporta che nel mese il numero di nuovi data breaches è stato di 8: i dati persi hanno riguardato nomi di persone, ID number, Social security number, indirizzi.
Il 2014 è stato un anno in cui l’escalation di data breach (a Target, Home Depot, Staples, Michaels, Kmart, Bebe Stores, eBay, il Dipartimento di Public Health e Human Services del Montana) ha evidenziato non solo la rilevanza del fenomeno ma anche la sofisticazione e la multidisciplinarità del tema. Questo porta a un diverso atteggiamento: non si tratta più di chiedersi quando e come saremo attaccati, ma piuttosto, se saremo in grado di rispondere ad un attacco per minimizzarne gli effetti – o quanto saremo veloci nell’identificarne le cause ed a eliminarle.
Nell’IoT c’è un problema di perdita di controllo dovuto ad un asimmetria informativa, a fronte della quale l’unica via che sembra ragionevole percorrere per la protezione dei dati dei cittadini/consumatori è quella di richiamarsi ai principi della Privacy by Design e della Privacy by Default. Secondo questi principi lo sviluppatore e la catena di fornitori ad esso connessa devono garantire già nella fase di progettazione e sviluppo che il trattamento dei dati sia corretto, limitato a quando è indispensabile, proporzionato. Garanzie queste che devono essere assicurate anche nella fase di gestione dell’applicativo (Privacy by Default), tramite forme di consenso e revoca al trattamento. Occorre che vi sia una maggiore consapevolezza degli utilizzatori: il contrasto all’asimmetria dell’IoT è efficace solo tramite una cosciente autodeterminazione informativa.
Il mercato assicurativo relativo al cyber risk è previsto evolvere rapidamente nei prossimi anni.
Un Paper recente del CRO Forum mette a disposizione alcune considerazioni pratiche su come migliorare il framework per il cyber risk management e discute quale sarà in futuro il ruolo dell’industria assicurativa in questo ambito.
Il CRO Forum è un’associazione che raggruppa grandi gruppi assicurativi a livello internazionale e il cui focus è far progredire la cultura sul Risk management nel mondo insurance.
Vai al Paper: “Cyber resilience – The cyber risk challenge and the role of insurance“.
Sullo stato dell’arte del DPCM per il Sistema Pubblico per l’Identità Digitale di cittadini ed imprese, abbiamo intervistato il Prof. Antonio Lioy, professore Ordinario di Sistemi di Elaborazione presso il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino e membro del comitato tecnico presso la Comunità Europea per l’implementazione di eIDAS, il Regolamento Europeo per l’identità digitale e la firma elettronica.
Elena Vaciago, Research Manager di The Innovation group, intervista Ezio Viola, General Manager di The Innovation Group e Stefano Buschi, Partner & National Leader Cyber Risk Services di Deloitte.
Postiamo oggi un Paper dedicato al tema dell’evoluzione della compliance verso un approccio alla Cybersecurity basato sulla valutazione e gestione del rischio. A questo Paper ne seguiranno altri, di approfondimento sulle normative in fase di emissione a livello nazionale ed internazionale, sulla loro evoluzione, sulle richieste in termini di conformità e sugli impatti specifici per le singole realtà aziendali.
Il risk management sta diventando una funzione strategica nelle organizzazioni europee, e nella maggior parte dei casi (84% a livello europeo) i Risk e Insurance Manager riportano direttamente al Board, nella metà dei casi (45%) più volte durante l’anno. A dirlo è la Risk Management Benchmarking Survey 2014 di FERMA (Federation of European Risk Management Associations ) che – giunta alla sua settima edizione – ha raggiunto quest’anno 850 risposte da 21 paesi europei.