Internet delle Cose e AI nella Relazione del Garante Privacy

Internet delle Cose e AI nella Relazione del Garante Privacy

Internet delle Cose e AI nella Relazione del Garante Privacy

Nel discorso di presentazione della Relazione 2015, Antonello Soro, Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, sottolinea l’importante lavoro svolto che ha portato alla definizione e approvazione del nuovo Regolamento europeo, o GDPR (General Data protection Regulation).

Nel momento in cui si fanno più forti le spinte anacronistiche a creare“barriere” alla libera circolazione di beni e persone – afferma il Garante, facendo evidentemente  riferimento al recente referendum inglese che ha portato alla Brexit – il Regolamento raggiunge l’ambizioso obiettivo di assicurare una disciplina armonizzata tra gli Stati membri, eliminando definitivamente le numerose asimmetrie create nel tempo”.

Quindi, un commento agli ultimi sviluppi tecnologici, IoT (Internet of Things) e AI (Artificial Intelligence), che esasperano ulteriormente il problema di governare in modo corretto informazioni che dovrebbero appartenere alla sfera personale delle persone.

…  domotica o le tecnologie indossabili, hanno amplificato a dismisura la capacità di raccogliere, archiviare e sfruttare informazioni. L’intelligenza artificiale attraverso lo sviluppo dell’apprendimento automatico mette sempre più in tensione il rapporto tra uomo e macchina e si spinge verso frontiere inesplorate, rendendo possibili sperimentazioni in grado di connettere le persone anche nella loro fisicità” commenta Antonello Soro.

Connettere il corpo umano – a partire dai dispositivi medici impiantabili, a sistemi per la stimolazione cerebrale fino ai chip di facilitazione nella vita quotidiana – comporta nuove pericolose vulnerabilità, con inaspettati scenari di hackeraggio e di controllo pervasivo che potrebbero estendersi ai nostri pensieri ed emozioni.  Da un lato gli enormi potenziali dei Big data consentono di ricavare, come in un mosaico, informazioni personali anche da frammenti di dati apparentemente privi di elementi identificativi; dall’altro il crescente mercato del Cloud computing e delle sue evoluzioni, la frammentazione dei soggetti e dei processi che elaborano i dati, anche per tempi illimitati, amplificano i rischi di una definitiva perdita di controllo su di essi e di una sorveglianza capillare sulla nostra esistenza”.

Inoltre, sono indicati come critici i seguenti temi: la necessità di stringere accordi equilibrati tra le nazioni, come nel caso del Privacy Shield tra Europa e USA (tema che ancora preoccupa il Garante, viste le persistenti difficoltà); l’equilibrio che deve essere ricercato necessariamente tra privacy e capacità investigative come ha dimostrato lo scrontro tra Apple e FBI (si sottolinea tra l’altro che problema non è più tanto l’acquisizione dei  dati quanto la capacità di analizzarli in modo efficace e selettivo); privacy e Jobs Act, ossia equilibrio tra diritti dei lavoratori e controlli datoriali; protezione dei dati sanitari; rapporto tra riservatezza e diritto all’informazione.

Il Cybercrime: per il Garante italiano è una minaccia reale per la competitività delle aziende e la sicurezza dello Stato. “Con lo sviluppo dell’Internet delle cose, poi, le vulnerabilità potranno estendersi sino a compromettere anche la sicurezza fisica delle persone” afferma Soro. “In questo ultimo anno sono quasi raddoppiate – 49 – le comunicazioni di data breach pervenute all’Autorità nel solo settore dei servizi di comunicazione elettronica. Sono sempre più diffusi fenomeni allarmanti di vere e proprie estorsioni e minacce fondate sul possesso di informazioni personali, spesso ottenute nell’ambito di relazioni “privilegiate” con la vittima. In queste realtà la vittima, minore o meno, è ricattata o vessata da chi diffonda in rete sue informazioni o immagini intime o ne offenda in vario modo la dignità, davanti alla platea sconfinata della rete. Questi fenomeni esigono non solo repressione ma soprattutto prevenzione, fondata in primo luogo sull’uso attento dei propri dati e la consapevolezza dell’importanza di proteggere, con essi, la nostra stessa persona”.

Accedi alla RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ 2015 e al DISCORSO DEL PRESIDENTE sul sito del Garante Privacy.