Il progetto di Facebook per Libra di cui si parla molto in questi giorni, una cripto valuta con cui nascerà un’infrastruttura finanziaria globale completamente digitalizzata e distribuita, in grado di raggiungere miliardi di persone in tutto il mondo a cui fornire una moneta stabile, semplice da usare per inviare e ricevere denaro, esente da commissioni, disponibile su smartphone per fare acquisti online, sembra pensato per un successo planetario.
Come ha dichiarato lo stesso Mark Zuckerberg, presentando Libra tramite in un post, il progetto, che potrebbe aiutare 1,7 miliardi di persone “unbanked” a entrare a far parte del sistema finanziario globale, gestito dall’Associazione Libra (qui il link al sito: https://libra.org) conta oggi già 27 Partner (del calibro di Mastercard, PayPal, PayU, Stripe, Visa, Booking, eBay, Spotify e Uber) e dovrebbe arrivare a contarne 100 entro il 2020, quando Libra (per adesso solo annunciata) sarà disponibile. “Sembra che sia arrivato il tempo per un sistema migliore” ha detto David Marcus, capo della ricerca Facebook sulla tecnologia blockchain oltre che in precedenza Presidente di PayPal. “Libra potrebbe originare un cambiamento importante in tutto il mondo.”
Appena annunciato il progetto, regolatori, banche centrali, difensori della privacy hanno però mostrato di non gradire la notizia. In parte Zuckerberg se lo aspettava: nel suo disegno infatti, il nuovo sistema di pagamento globale non sarebbe scollegato dal sistema finanziario, anzi. La Libra sarà gestita da un ente dedicato, con sede in Svizzera, la Libra Association, in cui Facebook non avrà un ruolo predominante ma parteciperà con lo stesso ruolo degli altri Funding Members. Inoltre, la valuta digitale sarà basata su riserve di asset come titoli statali. Al momento però nessuna grande Banca partecipa al progetto.
Quello che invece sarà gestito da Facebook è il wallet Calibra (dell’omonima società controllata da Facebook) che semplificherà la user experience dell’acquisto di criptovalute e sarà integrato con WhatsApp e Messenger. Questo significa che i meccanismi di autenticazione degli utilizzatori di Libra – anche per l’acquisto di prodotti complessi come quelli finanziari e assicurativi – potrebbero probabilmente essere ricondotti a un’esperienza del tipo “Sign in with Facebook”.
Ecco quale potrebbe essere l’esperienza di acquisto di Libra con Calibra Facebook
Proprio su questi aspetti si apre un grande interrogativo: quale uso farà Facebook dei dati finanziari dei suoi 2,4 miliardi di utenti attivi mensili (dato aggiornato al 31 marzo 2019), visto che è probabile che tutti o quasi finiranno con effettuare qualche acquisto attraverso il social network?
Facebook batte moneta con Libra, aumentano i timori per la privacy
È molto interessante a questo proposito andare a leggere quanto riportato nelle FAQ (informazioni sui dati) sul sito di Calibra,
Calibra will not share account information or financial data with Facebook, Inc. or any third party without customer consent. For example, Calibra customers’ account information and financial data will not be used to improve ad targeting on the Facebook, Inc. family of products. The limited cases where this data may be shared reflect our need to keep people safe, comply with the law, and provide basic functionality to the people who use Calibra. For example:
◦ Preventing fraud and criminal activity. Information may be shared to prevent malicious activity, such as instances of fraud, security threats, or criminal activity.
◦ Compliance with the law. Data may be shared to comply with legal or regulatory requirements, including sharing with law enforcement, regulators, and/or government officials, or in response to a valid legal request.
◦ Payment processing and service providers. When you authorize a payment, we share data with third parties necessary to process that transaction. We also share Calibra customer data with managed vendors and service providers — including Facebook, Inc. — that support our business (e.g., to provide technical infrastructure or direct payment processing). In both cases, we share only the Calibra customer data that is necessary for completing the defined activity or service.
◦ Aggregated data: Calibra may share aggregated data to Facebook, Inc. or third parties relating to the performance of its products and services. An example of this is a chart showing the total number of users of the service. Calibra will use techniques to prevent the aggregated data from being connected back to an individual.
Quindi, risulta chiaro che la costituzione di una società ad hoc per Libra, servirebbe ad anticipare una richiesta in questo senso da parte dei regolatori e dei garanti per la privacy, prevedendo fin dall’inizio una separazione tra l’uso dei dati relativi al social network e quelli relativi ai pagamenti. Quanto questo poi avverrà nella sostanza, potrebbe essere materia da indagare.
Libra, le reazioni dei regolatori del mercato
Sta di fatto che non sono poche le preoccupazioni emerse nei pochi giorni che hanno fatto seguito all’annuncio.
- Innanzi tutto, le criptovalute finora in uso (se ne contano in totale 2.238, e non poche quelle lanciate da singole multinazionali) non sono regolate. Quindi allo stato attuale, nessuno autorità di vigilanza potrebbe controllare le transazioni avvenute con Libra. Questa situazione presenta già oggi numerosi problemi, come il fatto che le cripto valute sono spesso usate per transazioni illegali, per il riciclaggio o per l’acquisto di armi e droga nei dark market. Proprio la mossa di Facebook potrebbe generare un processo di maggiore regolazione delle cripto valute: in questi giorni, il Ministro delle Finanze francese Bruno La Maire (la Francia è a capo del G7), ha chiesto alle banche centrali dei sette di costituire con urgenza un gruppo di lavoro per produrre entro metà luglio un’analisi sui rischi delle valute digitali (sarà guidato da Benoit Coeuré, membro del board esecutivo della BCE, e vi parteciperà anche il Fondo Monetario Internazionale).
- Essendo in genere le criptovalute scambiate senza la presenza di intermediari finanziari tradizionali, diventa molto difficile tracciare le operazioni, che possono essere condotte in modo anonimo. Per evitare questo problema, Libra dovrebbe da un lato essere integrata con il sistema finanziario, dall’altro lato dovrebbe essere basata su un sistema di autenticazione forte delle persone. In ultima analisi, servirebbero delle garanzie sul fatto che nessun errore del sistema possa portare a perdite di fondi per i partecipanti. Dal punto di vista delle Banche centrali, una valuta di questo tipo, in mano a 1 miliardo di persone (contro i 500 milioni di europei che detengono l’Euro) potrebbe però presentare una perdita di controllo monetario. Il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha sottolineato che se Libra verrà adottata dovrà essere sottoposta a “molti controlli”.
- Poi c’è il tema del potere sempre maggiore acquisito dai giganti dell’high tech, che ora arrivano perfino a sostituirsi alle banche centrali, raccogliendo risparmio, concedendo credito e disponendo di una propria moneta globale, dopo aver di gran lunga dimostrato di essere più forti di singoli Stati. Possiamo continuare così? …
- Infine, il tema della tutela dei dati delle persone: su questo si sono mossi in diversi. La presidente della commissione Servizi finanziari alla Camera Usa, Maxine Waters, ha chiesto di fermare lo sviluppo di Libra, affermando che Facebook non avrebbe le carte in regola per gestire dati finanziari di miliardi di persone, considerando il riguardo che ha dimostrato finora alla riservatezza delle informazioni personali. Lo stesso ha fatto Giovanni Buttarelli, Garante europeo per la protezione dei dati personali. In Italia, il Garante Privacy Antonello Soro ha espresso una viva preoccupazione: “Se il settore non sarà vincolato in fretta a principi di governance democratica, rischiamo di consegnare un’ampia fetta dei nostri diritti ad un pugno di monarchie digitali, fondate sul potere dei dati“ ha detto Soro. “La piattaforma americana si impegnò ad esempio a tenere distinti i dati social degli utenti da quelli raccolti su WhatsApp. Ma così non è accaduto. Pensare che non accadrà neanche questa volta è dunque del tutto legittimo”.
Ma saranno i regolatori in grado di fermare questa evoluzione? Si consideri che Facebook non è neanche l’unico a pensare ad una propria cripto valuta: Telegram ne parla da mesi. La sua valuta (il progetto si chiama in questo caso Telegram Open Network, TON) dovrebbe consentire trasferimenti di denaro peer-to-peer in tutto il mondo e varie funzionalità aggiuntive. Secondo alcune indiscrezioni, la valuta di Telegram potrebbe arrivare anche prima di Libra, ossia entro la fine del 2019.
A cura di:
Elena Vaciago, @evaciago