Quello della cybersecurity è un settore di straordinaria innovazione, in cui dovrebbe svilupparsi anche in Italia una forte compartecipazione tra pubblico e privato, tra società civile e militare. È quanto ha affermato, intervenendo al Cybersecurity Summit 2023 lo scorso 11 maggio a Roma, Matteo Perego di Cremnago, Sottosegretario alla Difesa con delega alla Cybersecurity del Ministero della Difesa.
“In un sistema così complesso e in continua evoluzione come la cybersecurity, serve la collaborazione della società civile e del mondo delle imprese private – ha detto Matteo Perego di Cremnago -. A differenza di altri ambiti, in cui in passato la Difesa ha trainato, oggi le innovazioni delle società private giovano a tutto il Paese e anche alla Difesa. Un secondo aspetto da considerare è che un Paese è forte e resiliente nella cybersicurezza se c’è consapevolezza, soprattutto a livello di singoli utenti privati. Dall’altro lato, è fondamentale la capacità di attrarre talenti, se è vero che il fattore umano influenza ancora molto questo settore, in cui anche disponendo di tutte le tecnologie possibili, il fattore umano rimane centrale per portare a termine i vari compiti”.
In Italia abbiamo vissuto un’accelerazione significativa negli ultimi anni sul fronte della strategia nazionale per la cybersicurezza, rimangono però ancora alcuni compiti da stabilire: primo fra tutti quello di definire chi fa cosa, quale perimetro deve esserci tra Difesa, Intelligence, l’Agenzia della cybersecurity. “Ancora si discute di quali debbano essere le “regole di ingaggio” – ha detto Matteo Perego di Cremnago -, però questo è fondamentale, perché come sappiamo la frequenza degli attacchi cyber è inusuale rispetto ad altri domini. Ce ne sono stati almeno 200mila con conseguenze gravi negli ultimi 10 anni: servono quindi risposte pronte e una catena di comando breve”.
Qual è oggi il ruolo e l’importanza della cybersicurezza per il sistema Paese
“Si dice che la cybersicurezza sia il quinto dominio – ha commentato Matteo Perego di Cremnago -: io penso che sia invece un “super dominio”, perché in realtà pervade tutti gli altri. Da un lato serve consapevolezza di questo, dall’altro lato, bisogna dotarsi di risorse finanziarie adeguate, per mantenere quello che è il tratto distintivo della sopravvivenza del sistema occidentale in senso più ampio, ossia la supremazia tecnologica, che ancora tutela i nostri valori occidentali rispetto ai nostri grandi competitor. Se dovessimo perderla, a cascata perderemmo anche la sfida globale con un sistema alternativo al nostro. In questa epoca c’è in gioco tanto, non solo i valori di democrazia e libertà messi a repentaglio in Ucraina con un’invasione che dura da oltre un anno. È in gioco un sistema di vita, i nostri valori, i nostri diritti: tanto passa da questa sfida sulla tecnologia. Molti cittadini non sono consapevoli di qual è la posta in gioco quando si parla di cybersicurezza. Noi, lato Difesa, sappiamo quanto sia importante investire, addestrarsi, preparare il nostro capitale umano, essere pronti a sfide che ogni giorno sono differenti, e che ci mettono in guardia, testando le nostre resistenze”.
AI, una tecnologia disruptive e in forte evoluzione
Oggi si parla molto di intelligenza artificiale, ma c’è forse il rischio che un’eccessiva regolamentazione ne possa inficiare i benefici. “Dando per pacifico che l’AI ha molte connotazioni in ambito etico, è forse, tra le innovazioni del nostro tempo, quella più significativa – ha commentato Matteo Perego di Cremnago -. Ad esempio, nella manutenzione e logistica della Difesa, la predittività del logoramento di apparati e materiali può essere migliorata molto con l’AI”. Le norme sulla privacy in Europa sono molto rigorose, molto di più di quanto non avvenga in altri continenti. Un’eccessiva rigidità potrebbe però in futuro portare a un ritardo tecnologico.
“L’AI cambierà completamente la nostra società – ha detto Matteo Perego di Cremnago -. Un’altra rivoluzione di cui non si parla abbastanza è quella dei droni. Noi in Italia vediamo solo una parte dello sviluppo di questo settore rivoluzionario, in aria, per terra e anche in ambito marino. Il nostro è un Paese marittimo per definizione, noi lo viviamo principalmente come urbano, mentre dovremmo trarre dal mare il nostro potenziale di sviluppo economico”.
Sappiamo che cybersecurity e mondo sottomarino sono strettamente connessi, i cavi sottomarini sono infrastrutture critiche che trasportano la quasi totalità del traffico internet a livello mondiale, ben il 97 per cento dei dati a livello mondiale, estendendosi su un totale di 1,2 milioni di chilometri. L’utilizzo di mini-droni subacquei potrebbe aiutare a monitorare cavi elettrici e gasdotti in fondo al mare, ma anche la qualità delle acque, i flussi migratori. “L’impiego di droni sarebbe importantissimo per evitare le tragedie in mare – ha detto Matteo Perego di Cremnago -, con flotte di piccolo taglio potremmo intercettare prima di intervenire con assetti navali”.
Sappiamo oggi che gli ambiti applicativi della tecnologia sono infiniti, però, bisogna correre e avere istituzioni che siano a supporto di questa crescita. Se ci pensiamo, Internet è nata molto prima delle leggi che sono poi uscite per regolamentarla, e forse questo è stato un bene, ne ha favorito lo sviluppo. Il paradosso però è che senza paletti, si è sviluppato in rete un mondo anarchico. “Più che scrivere regole – ha detto Matteo Perego di Cremnago -, dovremmo pensare a cosa fare perché la tecnologia sia un fattore di crescita e puntare a sfruttare le risorse che questo Paese ha nella sua morfologia e nella sua geografia”.
A cura di:
Elena Vaciago, Research Manager, The Innovation Group
Riguarda l’intervento completo di Matteo Perego di Cremnago, Sottosegretario alla Difesa con delega alla Cybersecurity del Ministero della Difesa al Cybersecurity Summit 2023 lo scorso 11 maggio a Roma.