Fercam, operatore attivo nel trasporto e nella logistica con servizi specializzati, ha aggiornato la sicurezza della navigazione web, sposando aspetti di innovazione, ottimizzazione della banda, efficienza e soddisfazione degli utenti.
La società, che vanta un fatturato 2015 di oltre 590 milioni di euro, impiega 1.688 dipendenti diretti e oltre 1.800 collaboratori indiretti, opera con 50 filiali in Italia, 22 in UE e 3 nel Bacino Mediterraneo (Tangeri/Marocco, Rades/Tunisia e Istanbul/ Turchia), crede fortemente nell’IT, che le serve a migliorare la qualità del servizio offerto ai clienti. Basti pensare ai sistemi utilizzati da Fercam per il controllo di tutte le fasi di consegna, distribuzione e magazzinaggio delle merci, così come per il monitoraggio dei trasporti già effettuati o in corso, su tutto il territorio europeo.
L’accesso a Internet è oggi un pilastro per le operazioni quotidiane della società e, di conseguenza, richiede ora un più attento controllo. “Sfruttando competenze interne nel mondo Linux abbiamo inizialmente implementato la tecnologia Squid, ma ci siamo presto resi conto che le nostre esigenze richiedevano una soluzione più appropriata. Tra gli altri problemi, le performance non erano adeguate, l’aggiornamento delle black list risultava poco efficace e non eravamo in grado di monitorare e analizzare correttamente la situazione del traffico Web” ha commentato Stefano Albiero, CTO di Fercam.
Sono circa 800 gli utenti regolarmente collegati alla rete di Fercam: con la soluzione di sicurezza precedente non era possibile seguire da vicino e gestire correttamente un tale traffico. In secondo luogo, molteplici inefficienze causavano ogni giorno l’apertura di molti tickets informatici per problemi di servizio o per l’elevato numero di falsi positivi. La necessità di definire ruoli e protocolli chiari hanno spinto Fercam ad adottare la soluzione di security TRITON AP-Web di Forcepoint: “Abbiamo analizzato diverse offerte, ma la nostra decisione si è basata sulla semplicità di utilizzo, la velocità di implementazione e, soprattutto, la granularità della tecnologia Forcepoint – ha detto Stefano Albiero – Oggi non solo abbiamo un utilizzo efficace e aggiornato delle black list, ma siamo in grado di determinare quali parti o servizi all’interno di un sito particolare mettere a disposizione degli utenti e quali invece bloccare ”.
Albiero e il suo team sono stati in grado di implementare la soluzione in autonomia e ad averla disponibile e perfettamente funzionante in un solo giorno. Dal momento dell’implementazione, il traffico generato da un utilizzo web non corretto si è ridotto notevolmente, regolando la larghezza di banda ed eliminando completamente i tempi di inattività della rete. Inoltre, le black list sono oggi create in modo più accurato e la navigazione è diventata fluida e veloce: “Con il nostro volume di traffico precedente avevamo seriamente valutato la necessità di raddoppiare la larghezza di banda disponibile. Dopo l’adozione della soluzione Forcepoint, siamo stati in grado di continuare con la configurazione esistente, evitando ulteriori investimenti” ha aggiunto Albiero.
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